domenica 9 maggio 2010

Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo


Anna Maria Rivera

Regole e roghi.
Metamorfosi del razzismo


Edizioni Dedalo 2009


Con un saggio introduttivo dal titolo significativo “ Il razzismo nell’epoca della sua riproducibilità mediatica” e una raccolta di articoli pubblicai in quotidiani e riviste dal 1999 al 2009, Anna Maria Rivera descrive la metamorfosi del razzismo in Italia, cresciuto grazie a un razzismo istituzionale, rafforzato e veicolato dal sistema mediatico, che ha alimentato e alimenta la xenofobia popolare e se ne serve per legittimarsi e ottenere consenso.
(Isabella Peretti)

SINTESI PER PUNTI


1. Nel passaggio dal governo di centro-sinistra a quello del centro-destra (2008) si è realizzata la saldatura temibile e terribile tra razzismo istituzionale e razzismo popolare – il secondo incrementato anziché frenato dal primo – con il concorso dei mass media e della Lega, quale uno dei principali imprenditori politici del razzismo.

1a. Quei mass media che fin dagli anni 80 e 90 costruivano, attraverso un’ informazione spesso stereotipata e rozza, il crescere allarmistico dell’emergenza immigrazione, usando espressioni quali: marea montante, invasione, ecc; con la prima guerra del Golfo gli stessi iniziavano la catena di equazioni immigrato-musulmano-arabo-terrorista ; proseguivano poi con la campagna contro gli albanesi; generalizzavano la colpa del padre omicida di Hina Salem all’intera collettività musulmana. L’uso dei fatti di cronaca, selezionati, gerarchizzati, drammatizzati, reiterati, fino a definire un genere, per costruire artificiosamente delle emergenze che minacciano la nostra sicurezza, è stato reso possibile dalla mediatizzazione dello spazio pubblico, in particolare in Italia dove si configura come un nuovo sistema istituzionale informale.

1.b. Quella Lega Nord che esercita una sorta di pedagogia razzista di massa e al contempo influenza e informa le politiche istituzionali e normative. Recupera l’ armamentario nazista (il mito del sangue e del suolo, il mito celtico e l’integralismo cattolico). Il leghismo è quindi da rubricare sotto la categoria di estrema destra. La Lega favorisce il fatto che l’estendersi della xenofobia sia il corollario ineluttabile della crisi economica. Padroni a casa nostra, uno slogan che esprime non solo ignoranza, pregiudizio, paura propri della comunità razzista, ma frustrazione e rancori di fronte alle trasformazioni sociali, una socializzazione del rancore indirizzato verso l’intruso Questo spiega più della paura il carattere barbarico delle norme che rendono invivibile la vita degli immigrati, gli episodi di indifferenza verso la loro morte e le loro sofferenze. Un altro falso slogan: Aiutiamoli a casa loro. In generale il disagio o il senso di colpa di fronte a marginalità verso le quali non c’è più alcuna solidarietà, si traducono nel desiderio di allontanarle o eliminarle, che siano immigrati o clochard o rom. Ma non solo.

1.c. Razzismo rispettabile o razzismo democratico. Al saldarsi di razzismo istituzionale e razzismo popolare hanno concorso e concorrono gli apprendisti stregoni del centrosinistra, che trastullandosi con il paradigma sicuritario hanno spalancato le porte dell’inferno del razzismo istituzional-popolare, hanno evocato mostri che oggi non solo minacciano di rendere l’Italia un paese strutturalmente razzista, ma anche di divorarne la democrazia. Hanno contribuito a tutto ciò i Patti per la sicurezza, le delibere locali anti-rom (abbattimento dei campi, deportazioni, campi lager,ecc), i decreti antilavavetri, ecc. , il disegno di legge del Governo Prodi Limitazioni al diritto di ingresso e soggiorno per motivi di ordine pubblico. Secondo il Ministro degli Interni Giuliano Amato le misure securitarie sarebbero servite a bloccare l’intolleranza tra la gente comune, secondo il principio dell’omeopatia, somministrare qualche buona dose di razzismo istituzionale servirebbe a prevenire il razzismo ordinario.

2. Entrambi gli schieramenti politici, pur con molte differenze, affrontano l’immigrazione come oggetto di un diritto speciale, di norme eccezionali rispetto al diritto costituzionale e al diritto internazionale sui diritti umani. 15 milioni di residenti-non-cittadini nell’Unione Europea sono privati del diritto alla libera circolazione, dei diritti politici (voto), spesso dei diritti sociali e del diritto ad un eguale trattamento in fatto di giustizia ( la grave discriminazione della doppia pena, al carcere e all’espulsione. Il trattenimento nei Cpt, cioè la detenzione e la privazione della libertà solo per infrazioni amministrative ecc.).
Inoltre in Italia il 60% degli stranieri detenuti è in attesa di giudizio, perché non hanno un’alternativa al carcere in attesa del processo. Lo straniero viene associato all’idea del disordine e della devianza: l’80% della spesa per l’immigrazione è destinato alla sua repressione (contrasto ingressi illegali, CIE,espulsioni, respingimenti) e solo il 20% alle politiche di integrazione. L’introduzione del reato di clandestinità e la clandestinità come aggravante di altri reati (aumento delle pene fino a un terzo), si propone di sanzionare non solo il reato ma anche lo status di chi l’ha commesso. Il marchio di clandestino per deumanizzare, la clandestinità come categoria ontologica
Anche il centro sinistra ha distinto e distingue tra immigrati irregolari e regolari, mentre sa benissimo che sono le norme a produrre l’illegalità. Il 95% degli immigrati ora regolari erano immigrati irregolari, che si sono trattenuti oltre lo scadere del permesso turistico, hanno usufruito delle sanatorie, dei decreti flussi, ecc .
E’ in atto una sorta di perversione della democrazia, una democrazia che si fa ostacolo all’uguaglianza per ottenere il consenso, per compiacere l’elettorato

3. Razza: tutte le razze sono inventate, per indicare gruppi che sarebbero differenti per essenza e definitivamente; le differenze culturali vengono tradotte in differenze naturali. La metafora naturalistica e la gerarchia tra razze che ne consegue possono essere adottate per chiunque: donne, omosessuali,ecc. E’ il razzismo che ha creato le razze (cfr.il caso degli ebrei). Il razzismo è una relazione di dominio basata sulla naturalizzazione dei dominati, il sessismo è la forma di naturalizzazione del sociale più condivisa e meno messa in discussione: la naturalizzazione delle donne in quanto subalterne e la neutralizzazione della visione androcentrica. Il femminismo critica il nesso tra razzismo e sessismo e quindi critica il falso universalismo del modello liberale, fondato su una monocultura bianca, maschile,occidentale. E si oppone a certe tendenze, presenti nello stesso femminismo, che individuano quale soluzione l’estensione del modello liberale a tutte, native e migranti. Sessismo e razzismo: ma la libertà femminile si può imporre? Il principio della laicità può essere affermato al costo di quello della libertà individuale?
Il razzismo –sessismo attribuisce alla componente maschile dell’immigrazione il monopolio della violenza sessista e alla componente femminile la prerogativa della sottomissione. Il razzismo si nutre ancora degli stereotipi dell’orientalismo (Edward Said); si assolve la società dei bianchi dal sessismo facendone un fenomeno esotico.
L’ emergenza stupri realizzati da stranieri: si ricollega a un tema classico del razzismo, il topos dell’Altro come minaccia alle nostre donne, la sua sessualità incontenibile e bestiale; la reazione popolare è furibonda quando si presume che il violentatore sia straniero. Tipico il fatto che a gridare allo stupratore alieno sia la Lega Nord, quella del celodurismo e della proprietà dei maschi bianchi delle proprie donne (da qui anche l’idea delle ronde).
L’incapacità di accettare la nostra ambiguità e ambivalenza: il razzismo scioglie l’ambivalenza proiettandone il lato oscuro o inaccettato in un capro espiatorio che ha il volto dello straniero o dell’estraneo. Il nostro cattivo passato che torna e rigurgita, un passato fascista e coloniale non rielaborato e trasceso, il nostro passato di emigranti che rifiutiamo, pronti a umiliare gli altri, siano meridionali o stranieri; la debolezza del nostro senso civico, la rapidità dell’aumento dell’immigrazione hanno contribuito alla crescita del razzismo in Italia.
La perdita del senso di comunità locale viene spesso rimpiazzata e compensata dalla costruzione di una comunità razzista

Modelli di integrazione divergenti hanno prodotto comunque processi di esclusione, sia il modello universalista francese sia la multiculturalità anglosassone, che ha prodotto ghettizzazione sociale e territoriale . Il multiculturalismo normativo è diverso da un modello descrittivo, cioè il pluralismo culturale. La retorica universalista Occidentale (democrazia contro teocrazia) si presenta oggi come una nuova maschera del dominio. Il femminismo sottopone a critica tutte le tradizioni, compresa quella occidentale. No al femminismo. Etnocentrico. L’ Utopia di un universale policentrico e transculturale.


donne contro il razzismo

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